Una notizia devastante, come lo sono quelle degli incidenti stradali che lasciano storditi e increduli. Un tragico schianto nel pomeriggio di sabato 22 giugno si è portato via la vita di Catia Calisti.
Aveva 56 anni e ancora tanto da dare alla musica, soprattutto ai ragazzi e ragazze cui da anni insegnava canto.
Esordì neanche quindicenne a “E…state con noi”, la trasmissione estiva itinerante di Radio Tadino. Poi i successi al Minifestival Canoro di Gualdo Tadino, fino alla grande opportunità in Rai.
A metà anni Ottanta ottenne il suo più grande successo, partecipando e vincendo la propria sfida canora in quel Fantastico 6 condotto da Pippo Baudo. Quello dell’esordio di Lorella Cuccarini e di “Sugar Sugar” insieme a Manuel Franjo e del ritorno di Beppe Grillo dopo sei anni di assenza dagli schermi. Un’edizione che fece storia, ricordata anche da Fiorello con una gag nell’ultimo Sanremo.
Da Voltole (Case Calisti, per la precisione) al mitico Teatro delle Vittorie, da dove andava in onda la trasmissione che all’epoca era vista da circa 13 milioni di spettatori, fu qualcosa di simile a un triplo salto carpiato con doppio avvitamento. Ma Catia, appena maggiorenne, non accusò nessuna emozione.
Un viso che ricordava la giovane Claudia Cardinale con cui bucava lo schermo, una voce suadente che affascinava, in coppia con Anna Oxa conquistò l’accesso alla finalissima superando Anna Bussotti che era abbinata a Marcella Bella, approdando così alla serata del 6 gennaio 1986.
In quell’edizione furono rappresentate sei arti spettacolari che gareggiavano ciascuna separatamente per poi esprimere un concorrente ciascuno nella serata conclusiva. Nella sezione canto la finalista era Catia Calisti.
Da quel momento sembravano potersi spalancare le porte di Sanremo. Invece, come a volte accade nel mondo dello spettacolo quando la strada sembra spianata, non riuscì a calcare il palco dell’Ariston, al contrario invece della sua “rivale” di Fantastico.
Però per diversi anni Katia Kalisti, con la doppia “K”, incise dischi, partecipò come ospite a diverse trasmissioni Rai, e tenne concerti in tutta Italia.
Ma per Catia, quella con la “C”, era troppo forte il legame con la sua terra e i suoi affetti e così a un certo punto disse stop. Continuare a cantare sì, che era la sua passione sin da bambina, ma senza più allontanarsi molto da casa. Ecco allora che iniziò la sua esperienza da conduttrice radiofonica a Radio Tadino, pur proseguendo l’attività canora e perfezionandosi al Conservatorio.
Quindi la specializzazione in canto lirico e l’inizio di attività di insegnante, amatissima dalle sue allieve e dai suoi studenti.
Perché Catia è sempre rimasta umile. Anche quando in Umbria viaggiava sull’onda della popolarità, mai ha avuto atteggiamenti antipatici. Mai. Andando magari anche contro la propria immagine, ha sempre accettato di partecipare, gratuitamente, a ogni trasmissione televisiva o radiofonica locale se ad invitarla era un amico.
Questa era Catia a venti anni e così è sempre rimasta. Genuina, altruista, semplice, solare.
Il pensiero adesso non può che andare al marito Gianni, alla mamma Adriana e al fratello Carlo, a cui siamo particolarmente vicini in questo momento devastante.
Catia, ci mancherai tantissimo.